Cos’è lo Yoga?

Una storia complessa e intricata, piena di magia e connessioni.

COS'È LO YOGA? (DE unten)

Un tentativo espositivo di un'evoluzione complessa

Lo yoga è un’antica pratica a cui fanno riferimento molti testi, filosofie, scuole di pensiero e sistemi orientali, tra cui il Buddismo e il Tantra. Oggigiorno, con lo sviluppo pazzesco che sta vivendo, diventa ancora più difficile riassumere in poche righe l’essenza e, nel contempo, l’ampiezza di questa disciplina i cui fondamenti risalgono a circa 2500 anni fa.

Lo yoga è una disciplina complessa, contraddittoria, incompresa e poliedrica. In passato, ma anche oggi, la disciplina dello yoga è in costante evoluzione e si è sviluppata in diverse ramificazioni, scuole e lignaggi.

Sono molte le influenze orientali – e non solo quelle indiane – ma anche l’Occidente, soprattutto negli ultimi due secoli, ha contribuito a plasmare quello che oggi chiamiamo yoga. Esistono numerosi stili, scuole, sette e istituzioni e per uno studente non è sempre facile districarsi in questa giungla e capire il motivo e la fonte di determinate pratiche, miti, rituali e credenze.

Seguendo un'antica disciplina spirituale, religiosa e ascetica, i precursori di queste pratiche seguivano due scopi: o ottenere la bontà degli dei (ritualistica vedica) o la liberazione dalla sofferenza tramite l'ascesi (tapas). Quello che viene chiamato Yoga Classico (Patanjali III-IV sec dc) è un metodo filosofico per dissociarsi dal mondo, rinunciandovi totalmente, per trovare la liberazione e l'indipendenza spirituale totale (Kaivalya)

Per molti secoli, il termine yoga designava sia la pratica della meditazione sia lo stato raggiunto con una serie discipline di rinuncia e spirituali per praticanti unicamente uomini e celibi.

Lo Yoga è unione? Sicuramente non per questi proto-yoghi.

D'altro canto, sempre nei primi secoli dopo l'anno zero vi è la diffusione di due grandi epiche indiane: la Mahabharata e il Ramayana. In particolare nalla prima, lo yoga viene descritto in termini devozionali e religiosi. Per esempio, nella Mahabharata a uno dei personaggi principali è consigliato lo yoga dell'azione, della conoscenza del sé, della meditazione, della devozione e gli viene pure detto di staccarsi dai frutti delle sue azioni (Bhagavad Gita). Queste due grandi epiche indiane costituiscono tra l'altro il fondamento della maggior parte dei gruppi religiosi induisti.

Lo yoga come conglomerato di metodi pratici tra cui la recitazione di mantra, il controllo del respiro, la meditazione, la visualizzazione (yantra), la concentrazione e, a mano a mano, l'introduzione di posizioni fisiche (chiamate asana) emerge solo nel Medioevo con i testi Hatha. Fino a quel momento lo yoga era meditazione e stato raggiunto con questa meditazione per alcuni, devozione e ritualistica per altri. E, aggiungo, tra i due lati vi erano tante sfumature graduali.

Hatha significa sforzo, impegno, forza. I testi Hatha, i primi risalgono al IX - X secolo, sono manuali di pratiche per ottenere determinate qualità usando il corpo come mappa interiore (microcosmo) e connettersi con qualcosa di maggiore (macrocosmo). Hatha è influenzato dal Tantra, da cui ha in particolare ereditato l'idea di corpo energetico sottile, e le pratiche Hatha sono utilizzate in Buddismo, Giainismo, Sikhismo e altri gruppi del Continente indiano. I testi Hatha sono pratici e metodologici e contengono poche informazioni di carattere filosofico, concettuale, religioso o spirituale.

Yoga come unione? Forse.

​I hatha yogi, come i loro antenati asceti delle foreste (tradizione Sramana) avevano diversi scopi: ottenere forza e vitalità – e virilità – nel corpo, essere liberi dalle malattie e poter raggiungere stati di consapevolezza elevati per unirsi a divinità o essere come determinate divinità. A ogni gruppo il suo. Dunque sì per alcuni di loro lo yoga è, anche, unione.

Passano gli anni, i testi Hatha del tardo Medioevo contengono sempre più posizioni fisiche, anche molto complesse come il pavone (Majurasana) e altre forme quasi acrobatiche. Le posture restano tuttavia marginali e in alcuni testi si sconsiglia addirittura di praticare troppo esercizio fisico (!).

Oggi, la situazione è ben diversa.

Ciò che viene comunemente praticato in Occidente è uno yoga incentrato soprattutto sul lato fisico e sull’esecuzione di posizioni e sequenze di posture. Dobbiamo questa evoluzione a una serie infinita di eventi, di personaggi chiave e di avvenimennti storici. Per esempio, molte posture fisichi sono il risultato del fascino dell'India (e del resto del mondo) per la cultura fisica a inizio del secolo scorso. Altri elementi arrivano da concetti New Age e Junghiani. Altri provengono da furbi santoni che sono riusciti ad abbindolare abbienti signore nei loro salotti newyorkesi. Altri elementi provengono da guru vogliosi di ampliare i loro cerchi di influenza. Altri elementi li dobbiamo alla controcultura, ai Beatles che viaggiano in India e a Woodstock. Insomma, un bel calderone!

La mia interpretazione: cos'è lo yoga?

Allora, cos’è lo yoga? Domanda davvero difficile a cui rispondere, soprattutto se ci si è presi la briga di studiare la storia. Ancora più difficile farlo in poche righe. È decisamente impensabile scrivere con cognizione di causa "lo yoga è una pratica nata 5'000 anni fa in India intesa a unire mente corpo e spirito" oppure "Lo yoga è unione".

Alla domanda cos'è lo yoga si può rispondere in mille modi e dipende da dove si sta nel mondo, da che maestri si è guidati o in cosa si crede. Per chi fa parte di un gruppo devozionale bhakti, lo yoga è pura devozione espressa con il canto. Per un ashtangi a Berlino, lo yoga è la prima serie (esercizi fisici) del sistema Ashtanga yoga.

Essendo una pratica, ovvero un'esperienza individuale che ciascuno vive sulla propria pelle un po' diversamente, è pericoloso e controproducente etichettarla, metterla nei cassetti, categorizzarla, dire questo è yoga mentre quello non lo è. Ma d'altra parte è importante non dimenticare che per la grandissima maggioranza dei diversi tipi di yoga c'era uno scopo spirituale oppure l'obiettivo era la liberazione dalla sofferenza umana e la trascendenza. Definire dunque yoga una sessione di 30 minuti di esercizi fisici su un prato circondati da amabili caprette è a mio avviso un po' difficile. Non fraintendetemi, amo gli animali.

Nella mia pratica personale e nel mio insegnamento, mi iscrivo nel filone Hatha Yoga. Uso il corpo per ottenere stati elevati di consapevolezza. Uso il respiro, Pranayama, i mantra e la meditazione e le posture fisiche. Lo Hatha Yoga può essere uno strumento molto potente sul piano energetico. Attivare il proprio corpo, attraverso la percezione dei flussi energetici con i loro “centri di distribuzione” e dell’organismo in quanto sistema olistico, permette di raggiungere una nuova consapevolezza nel fisico e nello spirito.

Nel contempo, lo yoga è un sistema aperto con molte possibilità di sviluppo. Ogni praticante trova la sua via. Non conta che tipo di yoga si pratichi né quanto si è “bravi” e meno ancora quanto si è flessibili. Una pratica regolare e costante crea un senso di consapevolezza e una maggiore connessione con se stessi, ma anche con gli altri. Secondo me, la finalità di tutto questo lavoro è raggiungere una versione migliorata di se stessi e del proprio approccio verso la vita. Qui e ora e non domani o quando si “avrà più tempo”.

Nel mio caso, lo yoga mi ha trasmesso un’apertura diversa nei confronti di quello che mi circonda e mi ha insegnato a vedere le cose anche da un altro angolo. Fin dalla prima lezione, mi sono sentita più connessa. Lo yoga è un sistema di strumenti che mi permette di riconnettermi ogni giorno con quanto conta veramente nella vita, di ritrovare la base e le fondamenta della mia esistenza e di vedere le cose con più apertura e serenità.

Scrivo molto sul mio blog e su Instagram, segui i miei post e leggi soprattutto le didascalie. Sono appassionata di storia e filosofia, sto seguendo con Yogic Studies il percorso 500 hr. Advanced Studies in storia e filosofia dal 2018 e insegno questa materia nel mio Teacher Training. Solo per dare un'infarinatura ai miei allievi del TT mi ci vogliono almeno 20 ore di lezione.

Un’altra mia passione è il surf da onda. Come surfista, non si sa mai esattamente cosa aspettarsi quando si entra in acqua. Il fondale cambia, le mareggiate sono diverse ogni giorno, le persone che sono con noi in acqua non sono mai le stesse e, non da ultimo, anche la nostra forma fisica e mentale è sempre differente. Stando a volte per ore ad aspettare in acqua, ho imparato la pazienza e la presenza. Per quanto si possano prevedere alcune variabili, vi è sempre il lato imprevedibile di quello che ci troveremo di fronte.

Ho iniziato a surfare prima ancora di ritrovarmi per la prima volta su un tappetino da yoga. Oggi so che per me, lo yoga è iniziato lì, nell’Oceano Pacifico. Essere presenti, preparati e aperti ad affrontare quello che si presenterà davanti a noi e disposti ad accettare le cose come sono. Questi sono insegnamenti dello yoga e del surf. Ogni onda è come un respiro.

Il lavoro eseguito sul tappetino, settimana dopo settimana, per alcuni giorno dopo giorno, può diventare pura medicina per corpo e mente, ma, per alcuni di noi, anche consapevolezza e amore per il divino. Per questo, credo fermamente che la disciplina dello yoga ha tanto da insegnare, a tutti noi. E non va solo vissuta sul tappetino e nell’ambiente circoscritto della pratica, bensì portata anche fuori, nella vita di tutti i giorni.

“Yoga is a light, which once lit, will never dim. The better you practice, the brighter the flame.”
B.K.S. Iyengar

Testo di Michela Montalbetti (tutti i diritti d’autore)

WAS IST YOGA?

Ein Versuch, eine komplexe Entwicklung darzustellen.

Yoga ist eine alte Praxis, auf die sich viele Texte, Philosophien, Denkschulen und östliche Systeme beziehen, darunter der Buddhismus und das Tantra. Angesichts der rasanten Entwicklung, die Yoga derzeit erlebt, wird es immer schwieriger, das Wesen und gleichzeitig die Bandbreite dieser Disziplin, deren Grundlagen etwa 2500 Jahre zurückreichen, in wenigen Zeilen zusammenzufassen.

Yoga ist eine komplexe, widersprüchliche, missverstandene und facettenreiche Disziplin. In der Vergangenheit, aber auch heute noch, befindet sich die Disziplin des Yoga in ständiger Entwicklung und hat sich in verschiedene Zweige, Schulen und Traditionen verzweigt.

Es gibt viele östliche Einflüsse – nicht nur aus Indien –, aber auch der Westen hat, insbesondere in den letzten zwei Jahrhunderten, dazu beigetragen, das zu formen, was wir heute als Yoga bezeichnen. Es gibt zahlreiche Stile, Schulen, Sekten und Institutionen, und für einen Schüler ist es nicht immer einfach, sich in diesem Dschungel zurechtzufinden und den Grund und die Quelle bestimmter Praktiken, Mythen, Rituale und Überzeugungen zu verstehen.

Den Vorläufern dieser Praktiken, die einer alten spirituellen, religiösen und asketischen Disziplin folgten, gingen zwei Ziele vor: entweder die Gunst der Götter zu erlangen (vedische Rituale) oder die Befreiung vom Leiden durch Askese (Tapas). Was als klassisches Yoga (Patanjali III-IV Jahrhundert n. Chr.) bezeichnet wird, ist eine philosophische Methode, sich von der Welt zu lösen, ihr vollständig zu entsagen, um Befreiung und vollständige spirituelle Unabhängigkeit zu finden (Kaivalya) zu erlangen

Viele Jahrhunderte lang bezeichnete der Begriff Yoga sowohl die Praxis der Meditation als auch den Zustand, der durch eine Reihe von Entsagungs- und spirituellen Disziplinen erreicht wurde, die ausschließlich von Männern und Zölibatären praktiziert wurden.

Ist Yoga Vereinigung? Sicherlich nicht für diese Proto-Yogis.

Andererseits verbreiteten sich in den ersten Jahrhunderten nach Christus zwei große indische Epen: das Mahabharata und das Ramayana. Insbesondere im ersten wird Yoga in hingebungsvollen und religiösen Begriffen beschrieben. Im Mahabharata wird beispielsweise einer der Hauptfiguren das Yoga der Handlung, der Selbsterkenntnis, der Meditation und der Hingabe empfohlen, und ihm wird auch gesagt, er solle sich von den Früchten seiner Handlungen lösen (Bhagavad Gita). Diese beiden großen indischen Epen bilden unter anderem die Grundlage für die meisten hinduistischen Religionsgemeinschaften.

Yoga als eine Ansammlung praktischer Methoden, darunter Mantra-Rezitation, Atemkontrolle, Meditation, Visualisierung (Yantra), Konzentration und nach und nach die Einführung von Körperhaltungen (Asanas), taucht erst im Mittelalter mit den Hatha-Texten auf. Bis dahin war Yoga Meditation und wurde für einige durch diese Meditation erreicht, für andere durch Hingabe und Rituale. Und ich füge hinzu, dass es zwischen diesen beiden Seiten viele Abstufungen gab.

Hatha bedeutet Anstrengung, Engagement, Kraft. Die Hatha-Texte, von denen die ersten aus dem 9. bis 10. Jahrhundert stammen, sind Handbücher für Praktiken, um bestimmte Eigenschaften zu erlangen, indem man den Körper als inneren Plan (Mikrokosmos) nutzt und sich mit etwas Größerem (Makrokosmos) verbindet. Hatha ist vom Tantra beeinflusst, von dem es insbesondere die Idee des feinstofflichen Energiekörpers übernommen hat, und die Hatha-Praktiken werden im Buddhismus, Jainismus, Sikhismus und anderen Gruppen des indischen Kontinents verwendet. Die Hatha-Texte sind praktisch und methodisch und enthalten nur wenige Informationen philosophischer, konzeptioneller, religiöser oder spiritueller Art.

Yoga als Vereinigung? Vielleicht.

Die Hatha-Yogis hatten wie ihre asketischen Vorfahren aus den Wäldern (Sramana-Tradition) verschiedene Ziele: Kraft und Vitalität – und Männlichkeit – im Körper zu erlangen, frei von Krankheiten zu sein und höhere Bewusstseinszustände zu erreichen, um sich mit Gottheiten zu vereinen oder wie bestimmte Gottheiten zu sein. Jede Gruppe hatte ihre eigenen Ziele. Für einige von ihnen ist Yoga also auch Vereinigung.

Im Laufe der Jahre enthalten die Hatha-Texte des Spätmittelalters immer mehr Körperhaltungen, darunter auch sehr komplexe wie den Pfau (Majurasana) und andere fast akrobatische Formen. Die Körperhaltungen bleiben jedoch nebensächlich, und in einigen Texten wird sogar davon abgeraten, zu viel Sport zu treiben (!).

Heute ist die Situation ganz anders.

Was im Westen üblicherweise praktiziert wird, ist ein Yoga, das sich vor allem auf die körperliche Seite und die Ausführung von Positionen und Abfolgen von Körperhaltungen konzentriert. Diese Entwicklung verdanken wir einer unendlichen Reihe von Ereignissen, Schlüsselpersonen und historischen Begebenheiten. So sind beispielsweise viele Körperhaltungen das Ergebnis der Faszination Indiens (und der übrigen Welt) für die Körperkultur zu Beginn des letzten Jahrhunderts. Andere Elemente stammen aus New-Age- und Jungschen Konzepten. Wieder andere stammen von schlauen Gurus, denen es gelang, wohlhabende Damen in ihren New Yorker Salons zu täuschen. Weitere Elemente stammen von Gurus, die ihren Einflussbereich erweitern wollten. Andere Elemente verdanken wir der Gegenkultur, den Beatles, die nach Indien reisten, und Woodstock. Kurz gesagt, ein schöner Mischmasch!

Meine Interpretation: Was ist Yoga?

Also, was ist Yoga? Eine wirklich schwer zu beantwortende Frage, vor allem, wenn man sich die Mühe gemacht hat, die Geschichte zu studieren. Noch schwieriger ist es, dies in wenigen Zeilen zu tun. Es ist definitiv undenkbar, mit Sachkenntnis zu schreiben: „Yoga ist eine vor 5000 Jahren in Indien entstandene Praxis, die darauf abzielt, Körper, Geist und Seele zu vereinen” oder „Yoga ist Vereinigung”.

Die Frage, was Yoga ist, kann auf tausend verschiedene Arten beantwortet werden und hängt davon ab, wo man sich auf der Welt befindet, von welchen Lehrern man unterrichtet wird oder woran man glaubt. Für diejenigen, die einer Bhakti-Glaubensgemeinschaft angehören, ist Yoga reine Hingabe, die durch Gesang zum Ausdruck gebracht wird. Für einen Ashtangi in Berlin ist Yoga die erste Serie (körperliche Übungen) des Ashtanga-Yoga-Systems.

Da es sich um eine Praxis handelt, also um eine individuelle Erfahrung, die jeder auf seine eigene Weise erlebt, ist es gefährlich und kontraproduktiv, sie zu etikettieren, in Schubladen zu stecken, zu kategorisieren und zu sagen, dies sei Yoga und jenes nicht. Andererseits darf man nicht vergessen, dass die überwiegende Mehrheit der verschiedenen Yoga-Arten ein spirituelles Ziel hatte oder die Befreiung vom menschlichen Leiden und die Transzendenz zum Ziel hatte. Yoga als eine 30-minütige Sitzung mit körperlichen Übungen auf einer Wiese, umgeben von liebenswerten Ziegen, zu definieren, ist meiner Meinung nach etwas schwierig. Verstehen Sie mich nicht falsch, ich liebe Tiere.

In meiner persönlichen Praxis und in meinem Unterricht schließe ich mich der Hatha-Yoga-Tradition an. Ich nutze den Körper, um höhere Bewusstseinszustände zu erreichen. Ich nutze den Atem, Pranayama, Mantras, Meditation und Körperhaltungen. Hatha Yoga kann auf energetischer Ebene ein sehr wirkungsvolles Instrument sein. Die Aktivierung des eigenen Körpers durch die Wahrnehmung der Energieströme mit ihren „Verteilungszentren” und des Organismus als ganzheitliches System ermöglicht es, ein neues Bewusstsein für Körper und Geist zu erlangen.

Gleichzeitig ist Yoga ein offenes System mit vielen Entwicklungsmöglichkeiten. Jeder Praktizierende findet seinen eigenen Weg. Es spielt keine Rolle, welche Art von Yoga man praktiziert, wie „gut” man ist und noch weniger, wie flexibel man ist. Regelmäßiges und konstantes Üben schafft ein Gefühl der Achtsamkeit und eine größere Verbindung zu sich selbst, aber auch zu anderen. Meiner Meinung nach ist das Ziel all dieser Arbeit, eine verbesserte Version von sich selbst und seiner Lebenseinstellung zu erreichen. Hier und jetzt und nicht morgen oder wenn man „mehr Zeit hat”.

In meinem Fall hat mir Yoga eine andere Offenheit gegenüber meiner Umgebung vermittelt und mich gelehrt, die Dinge auch aus einem anderen Blickwinkel zu betrachten. Seit der ersten Stunde fühle ich mich mehr verbunden. Yoga ist ein System von Werkzeugen, das es mir ermöglicht, mich jeden Tag wieder mit dem zu verbinden, was im Leben wirklich zählt, die Basis und das Fundament meiner Existenz wiederzufinden und die Dinge mit mehr Offenheit und Gelassenheit zu sehen.

Ich schreibe viel in meinem Blog und auf Instagram, folge meinen Beiträgen und lies vor allem die Bildunterschriften. Ich interessiere mich leidenschaftlich für Geschichte und Philosophie, absolviere seit 2018 bei Yogic Studies den 500-Stunden-Kurs „Advanced Studies in History and Philosophy” und unterrichte dieses Fach in meiner Lehrerausbildung. Allein um meinen TT-Schülern einen Überblick zu vermitteln, brauche ich mindestens 20 Unterrichtsstunden.

Eine weitere Leidenschaft von mir ist das Wellenreiten. Als Surfer weiß man nie genau, was einen erwartet, wenn man ins Wasser geht. Der Meeresgrund verändert sich, die Wellen sind jeden Tag anders, die Menschen, die mit uns im Wasser sind, sind nie dieselben, und nicht zuletzt ist auch unsere körperliche und geistige Verfassung immer unterschiedlich. Da ich manchmal stundenlang im Wasser warte, habe ich Geduld und Präsenz gelernt. Auch wenn man einige Variablen vorhersagen kann, gibt es immer eine unvorhersehbare Seite dessen, was uns erwartet.

Ich habe mit dem Surfen begonnen, noch bevor ich zum ersten Mal auf einer Yogamatte stand. Heute weiß ich, dass Yoga für mich dort begonnen hat, im Pazifischen Ozean. Präsent sein, vorbereitet und offen für das, was vor uns liegt, und bereit, die Dinge so zu akzeptieren, wie sie sind. Das sind die Lehren des Yoga und des Surfens. Jede Welle ist wie ein Atemzug.

Die Arbeit auf der Matte, Woche für Woche, für manche Tag für Tag, kann zu einer wahren Medizin für Körper und Geist werden, aber für manche von uns auch zu Bewusstsein und Liebe für das Göttliche. Aus diesem Grund bin ich fest davon überzeugt, dass die Disziplin des Yoga uns allen viel zu lehren hat. Und sie sollte nicht nur auf der Matte und im begrenzten Umfeld der Praxis gelebt werden, sondern auch nach draußen, in den Alltag, getragen werden.

„Yoga ist ein Licht, das, einmal entzündet, niemals erlischt. Je besser du praktizierst, desto heller leuchtet die Flamme.“ B.K.S. Iyengar

Text (copyright) von Michela Montalbetti - übersetzt mit Deepl

Approfondimenti

ARTICOLO DI MARK SINGLETON

Nel 2010 Mark Singleton scuote il mondo dello yoga con il suo libro The Yoga Body. La tesi, corretta per la maggior parte dei suoi claims, è che lo yoga moderno è influnezato dalla ginnastica svedese e danese, dal bodybuilding e dalla danza europea. A molti il libro è andato di traverso. C'è di buono che da quel momento è partito un discorso storicamente più pertinente sulle origini dello yoga. Leggi l'articolo
 The Roots of Yoga: Ancient + Modern

SUL CONCETTO DI "YOGA TRADIZIONALE"

In questo articolo (in inglese) l'autore si interroga sul termine "tradizionale". Oggi alcune scuole o insegnanti usano questo termine per contraddistinugersi dai yoga più moderni o, per l'appunto, "non tradizionali". Ma cosa significa tradizionale per una pratica che dalla sua nascita è sempre stata in cambiamento? Esiste davvero uno yoga tradizionale? Chi ne è l'autorità?
Leggi l'articolo Previously Untold Yoga History Sheds New Light

"Cos’è lo yoga? è una domanda all’apparenza semplice ma di risposta complessa. Pratico da quasi 20 anni e insegno da 15 e la risposta continua a cambiare. In essenza, lo yoga è la pratica della vita. Una pratica che ci consente di navigare le acque calme, torbide e tempestose".

— Michela M.