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Science of yoga: the vagus nerve - Scienza dello yoga: il nervo vago


THE FULL POST is only available in Italian for now. This is a breif summary of what the vagus nerve does and how it is related to yoga!

The vagus nerve is part of the parasympathetic nervous system which manages your digestion, relaxation and healing responses and in turn, helps you to control the health of your immune cells, organs and tissues, and even your stem cells. Twenty percent of the fibers of the vagus nerve control the organs which ‘maintain’ your body (the heart, digestion, breathing, endocrine glands). The other 80 percent of its fibers send information from your gut/stomach to your brain; hence it is responsible for transmitting all those ‘Intuitive’ gut feelings and reactions!

One of the key roles that the vagus nerve plays is acting as the cool down and reset button after you have had a stressful experience. A simple action such as taking deep & long breaths after a traumatic experience will physically stimulate the vagus nerve to communicate with the rest of your body to tell you that the threat is gone and that all of your bodily functions can now return to normal, healing mode.

 

ITALIANO Lo yoga funziona. Su questo non ho dubbi. A volte ho allievi che dopo una settimana di pratica intensa con me durante un ritiro sono in grado di alleviare dolori che né la medicina tradizionale, né la fisioterapia erano riusciti a mitigare.

Dunque, lo yoga funziona, ma come esattamente? Nel mondo dello yoga, tanti concetti sono tramandati tradizionalmente o per via orale o scritta in modo abbastanza criptico e poco comprensibile. In realtà, vi sono spiegazioni scientifiche che ci aiutano a capire perché lo yoga è così benefico. E con yoga intendo un approccio completo comprendente asana, meditazione e pranayama, non solo la parte fisica. Uno di questi “elementi scientifici” utili è il nervo vago. Iniziamo con un po’ di anatomia. Il nervo vago è uno dei più lunghi, origina nel cervello e, come il suo nome lo indica, vaga un po’ per tutto il corpo. Fa parte del sistema nervoso parasimpatico (“rest and digest”, il sistema nervoso che ci fa sentire calmi, rilassati e tranquilli) e il 20% delle sue fibre controllano gli organi che mantengono in vita il corpo (cuore, digestione, respirazione, ghiandole endocrine), mentre il restate 80% è responsabile della comunicazione tra la pancia/lo stomaco e il cervello. È dunque responsabile della trasmissione di tutte le sensazioni intuitive e le reazioni “di pancia”.

Quando il nervo vago non ha il “tono giusto” molti organi del nostro corpo e addirittura la nostra mente possono essere fuori equilibrio. Si imputa alla mancanza di tono vagale una serie lunga di patologie che parte dal mal di testa, dalla stanchezza e arriva a problemi gastro-intestinali fino alla depressione, agli stati di ansia e ai disturbi alimentari. Sembra quasi assurdo che un solo nervo possa essere responsabile, o in parte responsabile, di così tante patologie.

Recentemente sono stati eseguiti e pubblicati sempre più studi* che cercano di spiegare scientificamente come e perché lo yoga “funziona” e molti sono giunti a un rapporto tra la pratica yoga e il lo stimolo del tono vagale. L’interessante conclusione è che lo yoga, più di altre attività fisiche, aumenta il tono vagale. Il tono vagale è aumentato anche da molti altri fattori, per esempio cantare, ballare, pregare, ridere, ricevere massaggi ma anche per esempio tramite il freddo e il digiuno. Sono elementi molto interessanti che mi fanno riflettere sull’ampiezza e la vastità della nostra pratica. Tutto sommato con i mantra cantiamo, con la meditazione un po’ preghiamo, alcune sequenze asana sono un vero e proprio ballo… Sempre di più l’aspetto anatomico di questo nervo si avvicina anche a un lato più poetico della pratica yoga.

E da qui, di nuovo, sorge l’importanza di un approccio completo, olistico, verso la pratica. È fondamentale non isolare il momento di pratica, confinandolo a quanto avviene sul perimetro del tappetino, ma estenderlo ben oltre queste frontiere, ma anche, di far entrare quanto c’è fuori dal tappetino sul tappetino stesso. Lo yoga diventa così un sistema completo di stimolo-risposta-stimolo-riassestamento-stimolo-risposta che può continuare all’infinito. Grazie anche, al nostro nervo vago!

Tra l’altro, ed è da qui che è nata l’idea di questo blog, sull’illustrazione 2 si vede l’origine del n. vago nel collo. Un paio di settimane fa ero a un workshop del mio maestro, che solo al volo ha menzionato il n. vago in relazione alla parte dell’MMMMM in OM. Se il nostro collo, la nostra gola non sono sani ed estesi, il nervo vago è compresso già sin dall’inizio e la trasmissione diventa più difficile. L’importanza dell’apertura e dell’allungamento, ma anche delle vibrazioni di OM e dei mantra diventa ancora maggiore. Spesso, molti di noi sentono un “rilasciamento”, una sensazione di “morbidezza”, di apertura nel petto e nel cuore, grazie ai mantra. Molto è probabilmente spiegabile con lo spazio che si crea per il nervo vago di fare il suo lavoro in pace e poi arrivare a toccare cuore, polmoni e tanti altri organi ancora.

Non sempre le spiegazioni scientifiche sono ben viste in questa pratica, lo so. Eppure per me non tolgono nulla ai multipli livelli magici, misteriosi e profondi che la pratica yoga ha e sempre avrà. Namaste!





Illustrazione 1 Organi controllati dal nervo vago (in verde))


Illustrazione 2 Origine e passaggio del nervo vago nella gola


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